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Agenzia cooperazione, e D’Alema ruppe gli indugi

Scooperation di Paolo Manzo.

di Paolo Manzo

Una svolta per la Cooperazione?
?in attesa della riforma vera e propria. Un emendamento presentato dal governo all?articolo 31 della legge Finanziaria, approvato venerdì 30 novembre, ha infatti istituito l?Agenzia italiana per la cooperazione e la solidarietà internazionale. Nessuna grande sorpresa, per carità, l?idea dell?Agenzia era espressamente prevista dalla legge delega con cui il governo, durante il vertice di Caserta dello scorso anno, decise di riformare la 49/87, ovvero la normativa sull?APS – Aiuto pubblico allo sviluppo che da una ventina d?anni regola il settore. Ciò che ha spiazzato molti, tuttavia, è stato lo strumento dell?emendamento, soprattutto in un momento in cui molti – da Confindustria alle Forze Armate, dal Corpo diplomatico a una parte cospicua degli onorevoli che appoggiano l?attuale governo – avevano fatto intendere che la riforma ?di Caserta? non era molto gradita e che quella del dibattito parlamentare doveva essere la sola via percorribile per porre in essere qualsiasi tipo di modifica della 49/87. Tempi parlamentari lunghi, questo era il timore della viceministro degli Esteri con delega alla Cooperazione Internazionale, Patrizia Sentinelli e, dunque, quale migliore ?sveglia? che inserire in Finanziaria il perno centrale della riforma, ovvero l?Agenzia? Fonti bene informate della Farnesina rivelano che l?idea è stata fatta sua dal ministro degli Esteri, D?Alema che, direttamente, si è attivato per questa soluzione. Ma cosa farà l?Agenzia, secondo l?emendamento in questione inserito in Finanziaria? Da quanto approvato, si legge che l?Agenzia sarà un «ente di diritto pubblico» che opererà sia direttamente che «avvalendosi dei soggetti pubblici e provati, nazionali e locali, tra cui le organizzazioni non governative». L?Agenzia, inoltre, disporrà per la realizzazione degli interventi di un «fondo unico» dove confluiranno tutte le risorse del bilancio dello Stato per l?Aps e per la cooperazione internazionale, mentre la sua costituzione non comporterà nuovi oneri per il bilancio statale.

L?Italia rischia di non rispettare il suo impegno?
?verso il Fondo africano e asiatico di sviluppo a causa di un disegno di legge approvato dalla Camera che ha tagliato 40 milioni dall?ammontare previsto per far fronte all?impegno assunto verso i due fondi in questione. Le risorse tagliate sono servite per favorire la partecipazione italiana nella Corporacion Andina del Fomento.

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